" ADDIO AD ADRIAN MABEN, REGISTA DI 'PINK FLOYD: LIVE AT POMPEII '"

Pubblicato il 5 novembre 2025 alle ore 15:59

 

È scomparso Adrian Maben, regista scozzese naturalizzato francese, autore di uno dei film-concerto più influenti della storia della musica rock: Pink Floyd: Live at Pompeii (1972). La sua morte segna la fine di un percorso artistico che ha intrecciato cinema, musica e arti visive, lasciando un segno profondo nella cultura contemporanea.

 

Adrian Maben nacque a Glasgow nel 1942 e si formò tra Scozia e Francia, sviluppando fin da giovane un interesse per il linguaggio cinematografico e per le possibilità di contaminazione tra arti visive e musica. La sua carriera trovò il punto di svolta all’inizio degli anni Settanta, quando concepì l’idea di filmare i Pink Floyd in un contesto radicalmente diverso dai tradizionali concerti dal vivo. L’intuizione fu quella di collocare la band britannica all’interno dell’anfiteatro romano di Pompei, vuoto e silenzioso, trasformando le rovine in un palcoscenico senza pubblico.

 

Il risultato fu Pink Floyd: Live at Pompeii, girato nel 1971 e distribuito l’anno successivo, un’opera che univa la potenza sonora della band di Roger Waters, David Gilmour, Richard Wright e Nick Mason con la suggestione visiva di uno dei siti archeologici più iconici al mondo. Maben scelse di rinunciare alla dimensione spettacolare della folla per concentrarsi sulla musica e sull’interazione tra i musicisti e lo spazio. Le riprese, caratterizzate da movimenti di macchina fluidi, dettagli ravvicinati sugli strumenti e panoramiche sulle rovine, restituirono un’esperienza immersiva che ancora oggi viene considerata un punto di riferimento per il cinema musicale.

 

Il legame tra Maben e Pompei non si esaurì con quel film. Negli anni successivi il regista tornò più volte nella città campana, partecipando a eventi e celebrazioni legate al mito dei Pink Floyd. Nel 2015 ricevette la cittadinanza onoraria di Pompei, un riconoscimento che sancì il valore culturale e artistico della sua opera e il contributo dato alla diffusione internazionale dell’immagine del sito archeologico.

 

Oltre al celebre film sui Pink Floyd, Maben realizzò numerosi documentari dedicati ad artisti e figure di spicco della cultura visiva e musicale. Tra i suoi lavori si ricordano Monsieur René Magritte (1978), dedicato al grande pittore surrealista, Helmut Newton: Frames from the Edge (1989), ritratto del fotografo tedesco, e Hieronymus Bosch (2003), un viaggio nell’universo visionario del maestro fiammingo. La sua filmografia testimonia un interesse costante per l’arte in tutte le sue forme, affrontata con uno sguardo personale e con una sensibilità capace di avvicinare il grande pubblico a linguaggi complessi.

 

La notizia della sua scomparsa è stata diffusa dal Parco Archeologico di Pompei, che ha ricordato il regista come un artista capace di unire mondi apparentemente lontani: il rock progressivo degli anni Settanta e la maestosità delle rovine romane. Un connubio che ha reso Live at Pompeii non soltanto un documento musicale, ma anche un’opera cinematografica di grande valore estetico e culturale.

 

Con la morte di Adrian Maben si chiude una pagina importante della storia del cinema musicale. La sua capacità di trasformare un concerto in un’esperienza visiva unica, di dare forma cinematografica al suono e di collocare la musica in dialogo con l’arte e l’architettura, resta un’eredità che continua a ispirare registi, musicisti e spettatori di tutto il mondo.


  Farewell to Adrian Maben, director of Pink Floyd: Live at Pompeii


Adrian Maben has passed away. The Scottish-born, French-naturalized director was the author of one of the most influential concert films in the history of rock music: Pink Floyd: Live at Pompeii (1972). His death marks the end of an artistic journey that intertwined cinema, music, and visual arts, leaving a profound imprint on contemporary culture.

 

Born in Glasgow in 1942, Maben was educated between Scotland and France, developing an early interest in cinematic language and the possibilities of blending visual arts with music. His career reached a turning point in the early 1970s, when he conceived the idea of filming Pink Floyd in a radically different setting from traditional live concerts. His vision was to place the British band inside the ancient Roman amphitheatre of Pompeii, empty and silent, transforming the ruins into a stage without an audience.

 

The result was Pink Floyd: Live at Pompeii, shot in 1971 and released the following year. The film fused the sonic power of Roger Waters, David Gilmour, Richard Wright, and Nick Mason with the haunting beauty of one of the world’s most iconic archaeological sites. Maben chose to forgo the spectacle of a crowd, focusing instead on the music and the interaction between the musicians and the space. The cinematography, fluid camera movements, close-ups of instruments, sweeping views of the ruins, created an immersive experience that remains a benchmark in music filmmaking.

 

Maben’s connection to Pompeii did not end with the film. In the years that followed, he returned to the city multiple times, participating in events and celebrations tied to the Pink Floyd legacy. In 2015, he was awarded honorary citizenship of Pompeii, a recognition of the cultural and artistic value of his work and its contribution to the international image of the archaeological site.

 

Beyond his celebrated Pink Floyd film, Maben directed numerous documentaries devoted to prominent figures in visual and musical culture. His works include Monsieur René Magritte (1978), a tribute to the surrealist painter; Helmut Newton: Frames from the Edge (1989), a portrait of the German photographer; and Hieronymus Bosch (2003), an exploration of the visionary Flemish master. His filmography reflects a lifelong passion for art in all its forms, approached with a personal gaze and a sensitivity that brought complex languages closer to the public.

 

News of his passing was shared by the Archaeological Park of Pompeii, which remembered Maben as an artist capable of bridging seemingly distant worlds: the progressive rock of the 1970s and the grandeur of Roman ruins. A fusion that made Live at Pompeii not only a musical document, but also a cinematic work of great aesthetic and cultural value.

 

With Adrian Maben’s death, a significant chapter in the history of music cinema comes to a close. His ability to transform a concert into a unique visual experience, to give cinematic form to sound, and to place music in dialogue with art and architecture remains a legacy that continues to inspire filmmakers, musicians, and audiences around the world.

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