INDIE STORM INTERVISTE:
HELL RIDERS
Benvenuti nel futuro della musica con INDIE STORM, il palcoscenico che illumina i talenti emergenti del panorama indipendente.
Il settimo appuntamento si apre con gli HELL RIDERS, che ci propongono il loro nuovo album "RISING PHOENIX".
L'intervista è condotta da Arianna Rebel alla quale gli artisti rivelano le loro ispirazioni e ambizioni.
Un'esperienza esclusiva per scoprire il cuore pulsante della scena musicale indipendente e scoprire i suoni che definiranno le prossime tendenze.
Per informazioni scrivete a info@thunderrock.it.
Intervista scritta a cura di Arianna Rebel
- Qual è il significato dietro il nome della vostra band?
Quando la band nacque con l’intento di portare avanti l’ heavy metal, con le sue varie sfaccettature, dovevamo trovare un nome che derivasse da qualcosa inerente a quel mondo. Dopo varie ipotesi abbiamo scelto il nome Hell Riders. Ispirato al brano “Hellrider” dei Judas Priest dall’album “Angel of Retribution”.
Scegliemmo i Judas Priest come band poiché sono i pionieri del heavy metal e sono coloro che hanno dato vita a tutto ciò che ascoltiamo oggi, insieme ai Black Sabbath, Iron Maiden e via dicendo. - Come nasce una vostra canzone?
Le nostri canzoni nascono unendo le idee di Francesco (chitarrista) alle melodie o testi di Dave (cantante).
Una volta che la struttura del brano è pronta, iniziamo a lavorare sulle varie parti decidendo la tonalità del brano, suoni, velocità del brano e le varie emozioni. Al termine di questo lavoro ci si trova tutti assieme a sistemare la bozza finché non arriviamo alla realizzazione di un demo.
Dalla demo inizia il lavoro di arrangiamento finché non siamo soddisfati della canzone. - Come decidete quali canzoni includere in un album?
La scelta di inserire un brano all’interno del album viene fatta principalmente su due fronti:
Il primo riguarda il tema del brano. A ogni album cerchiamo di mantenere un tema centrale o un filo conduttore tra le varie canzoni. Se una canzone non può essere collegata alle altre o non ha un richiamo al album, questa viene esclusa.
Il secondo motivo riguarda la preparazione della canzone. Se un brano non ci soddisfa, presenta alcuni problemi di arrangiamento o di esecuzione viene scartata e ci lavoriamo finché non ha più problemi e ci soddisfa pienamente. - Cosa possiamo aspettarci dal vostro prossimo album?
Attualmente abbiamo appena iniziato a preparare alcune bozze per il prossimo disco, quindi ancora possiamo dirvi poco sui vari temi che tratteremo.
“First Race” e “Rising Phoenix” sono due album molto diversi da loro nonostante si sentano benissimo le nostre influenze e il nostro
stile di musica che col tempo è migliorato e sta crescendo, grazie alle varie esperienze che stiamo facendo e l’aiuto di parecchie persone che ci supportano.
Col terzo album stiamo preparando qualcosa di molto più potente, sempre nel nostro stile, ma con un sound più moderno.
Seguiteci sui social per rimanere aggiornati! - Quali sono i vostri piani per il prossimo anno?
Per l’anno prossimo ci siamo fissati due grossi piani.
Primo tra tutti è continuare a promuovere il nostro ultimo lavoro “Rising Phoenix” con un tour e concerti dedicati al album.
Nel frattempo stiamo lavorando al terzo album che puntiamo a far uscire l’anno prossimo con la speranza di iniziare già un tour per promuoverlo.
Recensione a cura di Drew
Nella scena musicale del heavy metal, la band italo-svizzera HELL RIDERS ha segnato un'importante evoluzione con il loro atteso secondo album, "RISING PHOENIX". Originaria della pittoresca provincia di Como, questa formazione ha saputo catturare l'attenzione degli appassionati grazie a una proposta artistica che coniuga un'inesauribile energia con una maestria tecnica affinata, caratteristiche che si riflettono in ogni brano di questo nuovo lavoro.
"MOON TRUCKER" rappresenta l'apertura dell'album e si distingue per un'intensa commistione di sonorità.
L'introduzione dolce e sognante del pianoforte crea un’atmosfera intima che prepara l’ascoltatore all'imminente esplosione sonora. Subito dopo, il pezzo si evolve attraverso un'articolata sezione ritmica, in cui le chitarre tessono trame sofisticate sia nel tema principale che durante i passaggi solisti.
La voce del frontman, incisiva e affilata, si integra perfettamente, esaltando la struttura musicale e conferendo dinamicità al ritornello. L'auspicabile conclusione di questo brano si traduce in un'outro potente, in grado di impattare profondamente in chi ascolta.
Passando a "CYBER MACHINE", ci troviamo di fronte a una composizione che si snoda su quasi sei minuti di pura innovazione.
Qui, i ritmi sostenuti si intrecciano con effetti sonori futuristici, evocando paesaggi sonori cyber. L’introduzione è impregnate di chitarra e batteria, creando un groove robusto carico di tensione. La voce costantemente definita regala al pezzo un’aura affilata, mentre l'assolo di chitarra, non solo energico ma anche travolgente, amplifica l’atmosfera incandescente del brano. Un'outro ciclica completa il pezzo in maniera armoniosa, rendendo l’esperienza d’ascolto un vero piacere.
La canzone "CARTOMANCER", invece, affronta tematiche affascinanti attraverso un'interpretazione originale. Il videoclip ufficiale, diretto da Manuel, è stato accolto con entusiasmo grazie alla sua aura oscura e cinematografica. La traccia prende avvio con un arpeggio di chitarra melodioso, subito accompagnato da una batteria potente e martellante. Man mano che il brano avanza, la progressione del riff di chitarra conferisce un'energia trascinante; il ritornello si rivela tanto orecchiabile quanto coinvolgente. L'assolo di chitarra, che si evolve verso toni estremi, sembra esprimere una crescente esasperazione, mentre un riff circolare successivo riporta la voce al centro della scena, culminando in una chiusura che mette in risalto un ulteriore assolo di chitarra suggestivo.
Nella traccia "RITUAL OF SCALES", gli HELL RIDERS mantengono l'integrità dell'album attraverso un amalgama di melodie inquietanti e assoli di chitarra dal grande impatto. L'introduzione comincia con un riff di chitarra delicato, che trasmette una melodia malinconica, accompagnando la voce in un viaggio emotivo. A un certo punto, il brano esplode in una sezione potente dove la batteria si impone con una ritmica ben definita. I riff incisivi fungono da collegamento per l'esecuzione di assoli di chitarra molto ben articolati, creando transizioni fluide e avvincenti. Le strofe e il ritornello si insinuano in questo contesto con una forza ben calibrata, prima di ritornare a un'introduzione soft, conferendo così un senso di coesione strutturale notevole.
Il brano che dà il titolo all’album, "RISING PHOENIX" si distingue per un'introduzione potente, caratterizzata da un riff che funge da trampolino per la voce. La batteria, costante e pulsante, sostiene l’intera traccia senza tregua, mentre la voce, decisa e tagliente, si lancia in acuti audaci, infondendo una potente energia al ritornello. L'assolo, sebbene di breve durata, si alterna splendidamente a riff dinamici carichi di vitalità, conferendo alla composizione un carattere sorprendentemente imprevedibile nella sua architettura.
"181013800"questa traccia apre il disco con un'immediata incisività, facendo uso di un ritmo incessante che sostiene una sezione ritmica decisamente semplice, ma di fondamentale importanza. La voce del cantante, carica di aggressività, si pone al centro della scena, mentre la chitarra elettrica si distingue per i suoi riff intriganti e coinvolgenti, culminando in un assolo che arricchisce il tessuto sonoro del brano. La parte finale si sviluppa in un crescendo armonioso, dove la chitarra e la voce si intrecciano in un’armonizzazione che chiude il pezzo in modo potente e coeso.
"ARMAGEDDON" si consacra come uno degli apici dell’album, presentando una struttura caratterizzata da riff abrasivi e una pulsazione ritmica che stimola l’adrenalina.
I testi, che affrontano tematiche apocalittiche, sono intessuti con una narrazione che evoca la lotta per la sopravvivenza in un contesto devastato. L'introduzione del brano si distingue per la sua energia penetrante, enfatizzata da una batteria incisiva e da chitarre distorte che creano una sonorità densa e potente. Il crescendo finale è magistralmente eseguito, con un’accurata orchestrazione della batteria che accompagna l’outro, offrendo un finale di grande impatto.
"WALLEY OF THE STONES" si distingue nettamente dal resto del repertorio per il suo sound più melodico e contemplativo. Utilizzando un linguaggio metaforico, il brano affronta le sfide intrinseche alla vita umana, rappresentate dalle "pietre" che affollano il cammino.
L’intro si apre con un delicato riff di chitarra introduce una struttura armonica ben definita, mentre la voce del cantante emana una forza intensa e connessa alla sezione ritmica. L’assolo di chitarra, caratterizzato da un’interpretazione limpida e virtuosistica, si alterna splendidamente alla voce, creando un’interazione dinamica di grande impatto emotivo. Il ponte, carico di eleganza stilistica e variazioni dinamiche, conduce all'epilogo, dove il riff iniziale riemerge in una conclusione soddisfacente e ben costruita.
"TELL ME THE WORLD" incarna un’energia esuberante, esplorando la condizione esistenziale e il viaggio alla ricerca di significato. Anche se inizialmente considerata per un videoclip, la band ha optato per il brano “Cartomancer” per incarnare meglio l’atmosfera desiderata.
Questo brano chiude l’album con una melodia ben articolata, dove la batteria si integra elegantemente con la voce melodica dell’artista. Il riff, eseguito con precisione tecnica, accompagna il finale, lasciando un’impressione duratura e risolutiva che completa il viaggio dell’album.
Con “RISING PHOENIX”, gli Hell Riders si affermano come una band dotata di notevoli capacità compositive e tecniche. La loro aspirazione a produrre progetti di Heavy Metal distintivi si traduce in brani che comunicano messaggi profondi.
La struttura delle singole canzoni è elaborata con maestria, offrendo un’esperienza di ascolto ricca e sfaccettata.
Gli Hell Riders si preparano a una crescita ulteriore e meritano assolutamente un ascolto attento da parte degli appassionati del genere. La loro continua evoluzione e l’impegno nell’arte della musica fanno di loro una formazione che si preannuncia promettente nel panorama musicale contemporaneo.
Biografia
Gli Hell Riders, una band italo-svizzera fondata da Davide Girardi e Riccardo Marcassa a Porlezza, rappresentano un’interessante emergente nel panorama dell'heavy metal.
Con l'intento di creare brani originali di forte impatto, il duo ha dato vita a un progetto musicale che promette di affascinare gli amanti del genere.
Il primo dicembre, la band ha siglato un contratto con la Volcano Records, e il successivo primo novembre 2019 segna l’uscita del loro disco d’esordio, “First Race”.
Questo album si configura come un viaggio sonoro che trasporta gli ascoltatori in un universo ricco di draghi, guerre, morte e desideri, tipici degli archetipi heavy metal.
Nonostante le sfide poste dalla pandemia mondiale, gli Hell Riders hanno continuato la loro corsa verso il successo e attualmente sono al lavoro sul loro secondo album.
Il 9 aprile 2021, la band ha firmato con la Wanikiya Records / Promotions, guidata da Mr. Jack, consolidando ulteriormente la propria posizione nel settore musicale.
Attraverso vari cambi di formazione, il frontman Dave ha saputo dirigere nuovi membri: Bobo Critelli alla batteria, Ryo al basso, Alessio Zanchin e Francesco Arioli alle chitarre soliste, creando una sinergia ritmica e melodica promettente.
Il 24 maggio 2024 segna un nuovo capitolo per gli Hell Riders con la pubblicazione del loro secondo disco, intitolato “Rising Phoenix”.
Questo nuovo lavoro non rappresenta soltanto un'evoluzione musicale, ma anche un simbolo di rinascita, riflettendo l'indomita determinazione della band nell’affrontare le avversità.
Gli Hell Riders, quindi, si preparano a conquistare il cuore degli appassionati e a lasciare un'impronta significativa nella scena heavy metal, continuando il loro viaggio di passione e creatività.
COPERTINA DEL NUOVO SINGOLO
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