INDIE STORM INTERVIEW:
KICKING PRICKS



 Benvenuti nel futuro della musica con INDIE STORM, il palcoscenico che illumina i talenti emergenti del panorama indipendente.

Il trentaduesimo appuntamento si apre con i KICKING PRICKS, che ci propongono il loro tributo a NICK CAVE con "RED RIGHT HAND".

L'intervista è condotta da Arianna Rebel alla quale gli artisti rivelano le loro ispirazioni e ambizioni.

 Un'esperienza esclusiva per scoprire il cuore pulsante della scena musicale indipendente e scoprire i suoni che definiranno le prossime tendenze.

Per informazioni scrivete a info@thunderrock.it.


           ENGLISH VERSION : KICKING PRICKS


Welcome to the future of music with INDIE STORM , the stage that shines a spotlight on emerging talents from the independent scene.

The thirty-second  edition kicks off with KICKING PRICKS,  presenting their tribute a NICK CAVE with "RED RIGHT HAND".

The interview is conducted by Arianna Rebel, Where the artists share their inspirations and ambitions.

An exclusive experience to discover the heartbeat of the independent music scene and explore the sounds that will define the upcoming trends.

For more information, write to info@thunderrock.it.



Intervista scritta a cura di Arianna Rebel

1. Qual è stato il primo brano di Nick Cave che avete suonato insieme?

Mmmh, non ricordo con esattezza, sai? Forse City of Refuge, canzone che richiama una sorta di precetto veterotestamentario che indicava una via di salvezza per l'omicida. Nella Città di Rifugio nessuno poteva vendicare il sangue versato, quindi giustiziare l'assassino, ma quest'ultimo se voleva vivere non poteva uscirne. Un'allucinante coincidenza fra salvezza e prigione!


2. Come vi siete conosciuti e avete deciso di formare la band?

Molti di noi si conoscono da anni! Abbiamo superato la cinquantina e siamo... come dire? musicisti semi professionali, quindi non esattamente turnisti, che però calcano da decenni la scena rock milanese. La decisione di riferisi al genio di Nick Cave è stata una necessità: come coniugare passione e mercato, ovvero arte (e della più sublime) e lavoro? Insomma si può fare un tributo che escluda i Queen o Ligabue senza morire di fame?


3. Quali sono le maggiori sfide nel replicare il sound dei Bad Seeds?

Il fatto che per le canzoni più geniali poco è più inutile della partitura, che nondimeno in parte è necessaria. Cioè, una volta che te la sei imparata comunque non sai suonare la canzone! Questa emerge poco a poco, prova dopo prova, con l'aumentare dell'affiatamento fra i musicisti, cosa che si chiama "interplay". È in assoluto il metodo più dispendioso in termini di tempo e soldi (se ti paghi la sala prove), ma se vuoi approcciare Nick Cave non hai scelta!


4. C’è un disco di Cave che vi ha influenzato particolarmente?

Se parliamo di influenza... ci hanno influenzato tutti i suoi dischi degli anni 80 e 90, anche i più duri dei Birthday Party. Se parliamo di numero di brani in repertorio, allora i due Lp più "saccheggiati" sono Tender Prey (1988) e Let Love in (1994)


5. Come scegliete la scaletta dei concerti? Ci sono brani “obbligati”?

Ottima domanda! cerchiamo di farlo professionalmente, adattandoci alla realtà dove ci esibiamo. Abbiamo più o meno 4 scalette: una dura e gotica e una alt-rock, entrambe per locali underground, una più radio-friendly per pub e una proprio lounge e romantica per ristoranti o luoghi più convenzionali. E... no, nulla è obbligato, siamo liberissimi, lo sterminato repertorio di Nick Cave ce lo consente 


6. Cosa cercate di trasmettere al pubblico con le vostre esibizioni?

Dipende a quale delle 4 scalette ti riferisci! ;D Però è vero che in generale i vari progetti del nostro, soprattutto i Bad Seeds ma certamente anche i Birthday Party e i Grinderman, erano percorsi da un'energia cupa, inquietante, esagitata, tellurica. Ecco, siamo felici quando riusciamo a trasmettere almeno in parte questa sinistra inquietudine.


7. Vi esibite solo con i classici o esplorate anche i lavori più recenti?

Noi nel nostro piccolo, anzi piccolissimo, siamo famosi in Italia e in Europa per essere specializzati nel suo periodo classico, gli anni 80 e 90: dal gothic rock più estremo e oltranzista (chiamato anche swamp-punk) al dark-blues maledetto e romantico della fine di quel ventennio. A questo repertorio abbiamo aggiunto due brani dei Grinderman degli anni 2000, giusto per affinità stilistica e potenza esecutiva, e infine O Children (del 2004) perché ce la chiedevano in massa! Beh, è comprensibile, avendo fatto parte della colonna sonora di Harry Potter...


8. Qual è il brano che il pubblico vi chiede più spesso?

Oserei dire che sono 3: Red Right Hand (presente in molte colonne sonore, più recentemente in quella di Peaky Blinders), O Children (vedi sopra) e curiosamente Deanna, brano che non amiamo particolarmente (è un rock'n'roll classico, piuttosto atipico in Nick Cave) ma che abbiamo dovuto impararci a furor di popolo.


9. Esiste una canzone che vi emoziona particolarmente suonare dal vivo?

Uh mamma, certo, ce ne sono ben più di una! Into my Arms è sempre un bel grumo emotivo, ma almeno altrettanto emozionanti sono i due celebri duetti dall'album Murder Ballads (1996), ovvero Where the Wild Roses Grow con Kylie Minogue (un femminicidio ante litteram, ma forse solo sognato) e Henry Lee con PJ Harvey, questa volta un maschicidio. Ma molte altre sono in grado di aprirti qualcosa dentro, che dire ad esempio di The Mercy Seat, che rappresenta i pensieri deliranti e psicotici di un condannato sulla sedia elettrica?


10. Nick Cave è noto per la sua teatralità: come la riproducete nei vostri show?

La risposta che viene spontanea è che il cantante non è all'altezza! Come dire? si fa quel che si può... Certo ci misuriamo con un maestro del secolo, anzi a cavallo di due secoli!


11. C’è una differenza tra il modo in cui suonate nei club e nei festival?

Beh, immagino di sì, come per tutti: nei pub la gente viene per bere qualcosa, nei club e ai festival (se e quando ci chiamano, perché i festival nella norma non lavorano con i tributi) la gente vuole ballare e scatenarsi.


12. Avete mai modificato un arrangiamento per adattarlo meglio al vostro stile?

Ehm... come dire... sempre?  Penso che solo i Bad Seeds riescano a fare veramente bene i Bad Seeds, musicisti sopraffini e con un affiatamento di decenni! Detto questo, crediamo di essere piuttosto capaci di rendere le loro atmosfere così uniche


13. Oltre a Cave, ci sono altri artisti che hanno influenzato il vostro modo di suonare?

Non sapremmo cosa rispondere: Cave è solo Cave, per quanto i suoi suoni peschino dalla tradizione americana, con aggiunta di dissonanza post-punk (a nome di Blixa Bargeld). Quindi o fai uno di questi stili (blues, r'n'b, bluegrass e/o industrial) oppure qualunque influenza diventa un ostacolo. Ma anche questi stili devi essere pronto a tradirli e contraddirli: Cave è solo Cave!


14. Qual è stata l’esperienza più memorabile che avete vissuto sul palco?

Beh... è stupendo volta che si crea l'inspiegabile magia di questa musica. Una musica introversa, cupa e tenebrosa, ma alla quale... la gente si diverte, canta e batte le mani! Questa cosa ci emoziona sempre, ed è la cifra stilistica dell'unicità di Nick Cave. Una volta persino dei bambini si fecero prendere dai "nostri" ritmi burrascosi e hanno ballato gridando e divertendosi tantissimo!


15. Avete mai ricevuto feedback da qualcuno vicino a Nick Cave?

Giusto online, non so se addirittura da lui stesso o semplicemente (e probabilmente) dal suo smm. In ogni caso ha "benedetto" il nostro progetto, per questo ci definiamo tributo ufficiale


16. Come vedete l’evoluzione musicale di Cave nel corso degli anni?

Non tutti la apprezzano e la condividono. Ovviamente un maestro, anzi diciamolo, un genio è liberissimo di prendere la direzione artistica che desidera, ma in generale questa chiusura in se stessi, quest'introflessione più declamata che cantata, la apprezziamo poco. Certo, ha vissuto il dramma indicibile di due figli tragicamente scomparsi, ma aveva già cominciato questo processo anche prima. Libero, anzi forse obbligato (dal dolore), ma noi non lo seguiamo. Una volta suonavamo con un altro tributo (a una band il cui cantante è morto suicida) e, mentre loro si esibivano, il nostro cantante Brian ballava in mezzo al pubblico e sentiva grida del tipo "siete in grado di resuscitare lo spirito di un morto!". Allora, quand'è toccato ad a noi salire sul palco, ha detto "anche noi risuscitiamo lo spirito di un morto, per quanto Nick Cave sia biologicamente ancora vivo. Ma colui che ha composto ciò che stiamo per proporre non esiste più"


17. Quali sono i vostri prossimi obiettivi come tribute band?

Vorremmo diventare un riferimento internazionale per questo artista. I pochissimi altri tributi presenti in Europa, ne conto due, sono molto più scolastici di noi e tendono a fare il repertorio degli anni 2000, quello caratterizzato dal violino di Warren Ellis. Ma forse il repertorio del nostro è così vasto che c'è posto per tutti! 


18. C’è una canzone di Cave che ancora non avete suonato ma vorreste proporre?

Uh, tantissime! Molte del prezioso repertorio dei Birthday Party sono così estreme da essere veramente difficili da imparare e cantare, e forse anche da proporre. Poi ci manca un violinista per arrivare a certi pezzi ma... come dire? Siamo già in 7, ci sembra abbastanza! 


19. Avete mai pensato di creare musica originale ispirata al suo stile?

Come band no e non ci pensiamo neanche, anche perché in Italia ci sono stati illustri predecessori, vedi i Carnival of Fools. Però singolarmente qualche influenza è inevitabile, ad esempio i GarageVentiNove, la band di inediti di Brian, pur nella differenza sostanziale di stile tradisce il suo tirocinio e il suo omaggio 


20. Se Nick Cave assistesse a uno dei vostri concerti, quale sarebbe la vostra reazione?

Gridargli: sali subito sul palco, che Brian va a farsi una camomilla!

Recensione a cura di Mr. Vins

Kicking Prick - Red Right Hand

Stupenda reinterpretazione questa "Red Right Hand" dei Kicking Prick, brano elegante e misterioso di Nick Cave, del quale la band fa il tributo.

Ci sono ovviamente differenze rispetto all' originale, ma sono differenze che lo rendono particolare e più abbordabile, cosa che Nick Cave non si sognerebbe di essere, visto lo stile volutamente "Pulp" e fuori dai canoni commerciali.

Quello che si può notare nella versione dei Kicking Prick è l'accelerazione nel ritmo e l' andamento "Beguine", che la rende leggermente più "solare" e dance (non me ne vogliano i fans), ovviamente non si tratta affatto di un brano da discoteca, ma ascoltandola ti viene voglia di ancheggiare, cosa che l' originale non sprona a fare.
Un altra sottile differenza la fa la voce, che ricorda si, Nick Cave, ma anche il compianto Ian Curtis dei "Joy Division", particolare che rende il tutto ancora più bizzarro e misterioso, e se la caratteristica dei brani di Nick è proprio l' essere al di fuori del mainstream, i Kicking Prick la colgono in pieno, reinterpretando in maniera ancora più fuori dai canoni un brano che già non lo era.

Il video che accompagna questa cover, al contrario dell' originale, è a colori, e tutto giocato su luci rosse, questo si dimostra vincente riportando alla memoria il titolo del brano.

La performance della band è molto elegante e ricorda quei combo dei jazz club, dove i movimenti erano ridotti al minimo, ed era il suono a parlare e donare brividi.

Tributo riuscito al cento per cento.

Biografia

Milano, stagione 2019-2020, cinque musicisti non più giovanissimi tentano l'impossibile e si cimentano laddove ben pochi hanno osato: tributare Nick Cave. Guidati dal cantante Brian K, sanguigno baritono presente almeno 30 anni sulle scene rock cittadine, nascono i Kicking Pricks. Il loro amore per l'artista si concentra su una parte della sua enorme produzione "classica", quella fino ai primi anni 2000. Si parte così dalle origini tossiche e distorte dei Birthday Party (1978-82) per approdare allo stile febbrile ed esagitato dei primi Bad Seeds (1984-88) per poi proseguire sulle note armoniche e melodiche della loro successiva ricerca (1990-primi 2000).

Con gli anni hanno suonato nei luoghi più iconici della musica rock/blues fra Genova e Padova e dalla Svizzera alle Marche: l'Arci Bellezza di Milano, il Bonaventura Club, il Rock on the Road e il Masnada nel milanese, il New England a Padova, lo Zu di Parma, lo Spazio Webo di Pesaro e molti altri, sempre accolti con entusiasmo e calore.

Nella stagione 2022/23 hanno portato in tour un interessantissimo confronto fra l'arte di Nick Cave e quella di Fabrizio de André (suonata da uno dei suoi migliori tributi, i Figli di un Temporale): entrambi baritoni, entrambi disincantati, entrambi focalizzati su temi eterni all'umanità come l'amore, la morte, la fede, ed entrambi de facto allievi di Leonard Cohen.

La stagione dopo sono stati l'anima di una serie di feste in costume a tema Peaky Blinders, ebbene sì, la celebre serie Netflix con la sigla e parte della colonna sonora composte dal grande autore australiano. Gli eventi sono stati un successo anche e soprattutto per il pubblico giovanile che hanno saputo attrarre.

Successivamente (dalla metà del 2024) si sono rivolti maggiormente alle piazze internazionali, soprattutto in Francia, Svizzera e Germania. Oggi, nel 2025, ripropongono un tour a due band simile a quello del 22/23 con i Total Recall, fantastico tributo a uno dei progetti artistici più malinconici e intensi di tutta la darkwave anni 80: i The Sound di Adrian Borland.

Con alle spalle decine di concerti in Italia e all'estero, oggi i componenti della band sono sei più una o due bellissime voci femminili, e la loro performance è l'unico tributo al periodo classico o "d'oro" di Nick Cave in Europa. Un repertorio comunque poliedrico, fra melodie sublimi e dissonanze infernali. Un compendio ragionato, occasione unica per confrontarsi coi capolavori di una delle personalità più importanti e innovative della musica d'autore contemporanea.

 

Formazione:

Gabriele Pistoia - chitarra elettrica, voce baritonale

Alessandro Aruta - chitarra elettrica e acustica, voce tenorile

Marco Giussani - piano e tastiere

Federico Intorrella - basso

Antonio Celenza - batteria

Brian K - voce

Voci femminili: Sara Mulfari (mezzosoprano) e Margherita Podestà (contralto)


Written interview by Arianna Rebel.

1. What was the first Nick Cave song you played together?

Mmmh, I don't remember exactly, you know? Maybe City of Refuge, a song that recalls a sort of Old Testament precept indicating a path to salvation for a murderer. In the City of Refuge, no one could avenge the spilled blood, thus executing the killer, but if the latter wanted to live, they could not leave. A hallucinatory coincidence between salvation and prison!

2. How did you meet and decide to form the band?

Many of us have known each other for years! We've passed fifty and are... how to say? Semi-professional musicians, not exactly session players, but we've been part of the Milan rock scene for decades. The decision to refer to Nick Cave's genius was a necessity: how to combine passion and market, that is, art (and the most sublime) and work? In short, is it possible to do a tribute that excludes Queen or Ligabue without starving?

3. What are the biggest challenges in replicating the Bad Seeds' sound?

The fact that for the most brilliant songs, sheet music is almost useless, yet still somewhat necessary. That is, once you've learned it, you still don't know how to play the song! It emerges little by little, rehearsal after rehearsal, as the musicians' chemistry grows, a process called "interplay." It is by far the most time- and money-consuming method (if you pay for the rehearsal space), but if you want to approach Nick Cave, you have no choice!

4. Is there a Cave album that has particularly influenced you?

If we talk about influence... all his albums from the 80s and 90s have influenced us, even the hardest ones from The Birthday Party. If we talk about the number of songs in our repertoire, then the two most "plundered" LPs are Tender Prey (1988) and Let Love In (1994).

5. How do you choose the concert setlist? Are there any "mandatory" songs?

Great question! We try to do it professionally, adapting to the venue where we perform. We have about four setlists: one dark and gothic, one alt-rock—both for underground venues—one more radio-friendly for pubs, and one lounge and romantic for restaurants or more conventional places. And... no, nothing is mandatory, we are completely free, and Nick Cave's vast repertoire allows us that!

 

Review by Mr.Vins

Kicking Prick - Red Right Hand  

 

This reinterpretation of Red Right Hand by Kicking Prick is stunning—a tribute to Nick Cave's elegant and mysterious song.  

 

There are, of course, differences from the original, but they make it unique and more approachable—something Nick Cave himself would never aim for, given his deliberately "pulp" and unconventional style.  

 

One noticeable change in Kicking Prick's version is the faster rhythm and the Beguine feel, making it slightly more "sunny" and danceable (no offense to the fans). Of course, it's not a club track, but listening to it makes you want to sway—something the original does not encourage.  

 

Another subtle difference is the voice, which recalls Nick Cave but also the late Ian Curtis of Joy Division, adding an even more bizarre and mysterious touch. If Nick Cave's songs are known for being outside the mainstream, Kicking Prick fully embraces this, reinterpreting an already unconventional song in an even more unique way.  

 

The video accompanying this cover, unlike the original, is in color and entirely bathed in red lighting—a winning choice that reinforces the song's title.  

 

The band's performance is highly elegant, reminiscent of jazz club combos where movements are minimal, and the sound itself speaks and delivers chills.  

 

A tribute that succeeds one hundred percent.  

 

Biography.

Milan, 2019–2020 season: five not-so-young musicians take on the impossible, venturing where few have dared before ,paying tribute to Nick Cave. Led by singer Brian K, a fiery baritone who has graced the city's rock scene for at least 30 years, Kicking Pricks is born. Their love for the artist focuses on a specific part of his vast “classic” repertoire, stretching up to the early 2000s.

The journey begins with the toxic, distorted origins of The Birthday Party (1978–82), moves through the feverish and manic style of the early Bad Seeds (1984–88), and then progresses into the harmonic and melodic explorations of the 1990s and early 2000s.

Over the years, they have performed at iconic rock/blues venues between Genoa and Padua, from Switzerland to the Marche region: Arci Bellezza in Milan, Bonaventura Club, Rock on the Road, and Masnada in the Milan area, New England in Padua, Zu in Parma, Spazio Webo in Pesaro, and many more , always welcomed with warmth and enthusiasm.

In the 2022/23 season, they toured with a fascinating artistic dialogue between the work of Nick Cave and that of Fabrizio De André (performed by one of the best tribute bands to the Italian songwriter, Figli di un Temporale). Both are baritones, both disenchanted, both focused on timeless human themes like love, death, and faith — and both, in a way, disciples of Leonard Cohen.

The following season, they became the soul of a series of Peaky Blinders-themed costume parties , indeed , the hit Netflix series, whose theme song and part of the soundtrack were composed by the great Australian artist. These events were especially successful in attracting younger audiences.

Starting in mid-2024, the band shifted focus to international venues, especially in France, Switzerland, and Germany. Now, in 2025, they’re back on tour with a two-band format similar to the one from 2022/23, this time joined by Total Recall, a brilliant tribute to one of the most intense and melancholic darkwave projects of the 1980s: The Sound by Adrian Borland.

With dozens of shows in Italy and abroad under their belt, the current lineup includes six core members plus one or two stunning female voices. Their performance remains the only tribute to the “classic” or “golden” era of Nick Cave in Europe. Their setlist is as diverse as it is rich , from sublime melodies to infernal dissonances. A curated anthology, and a unique opportunity to engage with the masterpieces of one of the most important and innovative voices in contemporary music.

Lineup:

  • Gabriele Pistoia – electric guitar, baritone vocals

  • Alessandro Aruta – electric and acoustic guitar, tenor vocals

  • Marco Giussani – piano and keyboards

  • Federico Intorrella – bass

  • Antonio Celenza – drums

  • Brian K – lead vocals

  • Female voices: Sara Mulfari (mezzo-soprano), Margherita Podestà (contralto)


OFFICIAL VIDEO: RED RIGHT HAND



A NICK CAVE TRIBUTE



  Discography



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