E' MORTO A 74 ANNI CHRIS REA

Pubblicato il 23 dicembre 2025 alle ore 00:54

 

Chris Rea, una delle voci più riconoscibili del rock e del blues britannico, è morto all’età di 74 anni, lasciando un vuoto profondo nel panorama musicale internazionale. La notizia è stata confermata dalla famiglia, che ha comunicato il decesso avvenuto in ospedale dopo una breve malattia, in un contesto di serenità e vicinanza dei suoi cari.

 

Nato a Middlesbrough nel 1951, Rea aveva costruito nel corso di cinque decenni una carriera solida, coerente e profondamente personale, caratterizzata da una voce ruvida e calda, da un approccio chitarristico immediatamente riconoscibile e da una scrittura capace di fondere blues, rock, pop e soul con una naturalezza rara. Il suo percorso artistico aveva preso forma alla fine degli anni Settanta, quando il singolo Fool (If You Think It’s Over) lo impose all’attenzione internazionale. Da lì, Rea aveva intrapreso un cammino costellato di album di successo, tour intensi e brani entrati stabilmente nell’immaginario collettivo, come On the Beach, Josephine, Let’s Dance, The Road to Hell e l’ormai classico natalizio Driving Home for Christmas.

 

La sua musica era diventata un punto di riferimento per generazioni di ascoltatori, grazie a un equilibrio unico tra introspezione, eleganza melodica e radici blues. Rea aveva sempre mantenuto un profilo artistico indipendente, lontano dalle mode e dalle pressioni dell’industria, preferendo seguire un percorso personale fatto di ricerca sonora, cura artigianale e un rapporto diretto con il pubblico. Nel corso degli anni aveva affinato un linguaggio musicale che univa atmosfere cinematografiche, riff essenziali e un’attenzione particolare al racconto, trasformando ogni album in un viaggio emotivo e narrativo.

 

La sua vita, tuttavia, era stata segnata da importanti problemi di salute. Negli anni Novanta gli era stato diagnosticato un cancro al pancreas, condizione che lo aveva costretto a un intervento chirurgico estremamente invasivo nel 2001, con la rimozione del pancreas e di parti dello stomaco e dell’intestino tenue. L’operazione aveva comportato conseguenze permanenti, tra cui il diabete, ma Rea aveva continuato a lavorare con determinazione, trovando nella musica una forma di resilienza.

Nel 2016 aveva subito un ictus che lo aveva profondamente spaventato, soprattutto per il timore di aver perso la capacità di percepire correttamente l’intonazione, un aspetto cruciale per un musicista della sua sensibilità. Nonostante le difficoltà, era tornato a esibirsi, ma nel 2017 era crollato sul palco durante un concerto a Oxford, episodio che aveva ulteriormente evidenziato la fragilità delle sue condizioni.

 

Negli ultimi anni, pur continuando a comporre e registrare, Rea aveva ridotto la sua attività pubblica, concentrandosi sulla famiglia e sulla dimensione più intima della sua creatività. La sua morte, avvenuta dopo una breve malattia, chiude una storia artistica intensa e profondamente influente, che ha attraversato decenni di trasformazioni musicali senza mai perdere autenticità.

 

La famiglia ha ricordato come la sua musica abbia accompagnato la vita di milioni di persone, sottolineando che il suo lascito continuerà a vivere attraverso le canzoni che ha scritto, interpretato e portato sui palchi di tutto il mondo. Un artista che ha saputo costruire un rapporto diretto e sincero con il pubblico, trasformando esperienze personali, paesaggi interiori e suggestioni sonore in un repertorio che rimarrà parte integrante della storia della musica contemporanea.

                                                                                                                 A cura di DREW  ed  ELLA WILD


          Chris Rea has died at the age of 74


Chris Rea, one of the most distinctive voices in British rock and blues, has died at the age of 74, leaving a profound void in the international music scene. The news was confirmed by his family, who announced that he passed away in hospital after a short illness, surrounded by peace and the closeness of his loved ones.

 

Born in Middlesbrough in 1951, Rea built over five decades a solid, consistent and deeply personal career, marked by his warm, gritty voice, his instantly recognisable guitar style, and his songwriting, which blended blues, rock, pop and soul with rare natural ease. His artistic journey took shape in the late 1970s, when the single Fool (If You Think It’s Over) brought him to international attention. From there, Rea embarked on a path filled with successful albums, intense tours and songs that became part of the collective imagination, such as On the Beach, Josephine, Let’s Dance, The Road to Hell, and the now-classic Christmas anthem Driving Home for Christmas.

 

His music became a reference point for generations of listeners, thanks to a unique balance of introspection, melodic elegance and blues roots. Rea always maintained an independent artistic profile, far from trends and industry pressures, choosing instead to follow a personal path made of sonic exploration, artisanal care and a direct relationship with his audience. Over the years, he refined a musical language that combined cinematic atmospheres, essential riffs and a strong focus on storytelling, turning each album into an emotional and narrative journey.

 

His life, however, was marked by significant health issues. In the 1990s he was diagnosed with pancreatic cancer, a condition that forced him to undergo an extremely invasive surgery in 2001, involving the removal of the pancreas and parts of the stomach and small intestine. The operation had permanent consequences, including diabetes, but Rea continued to work with determination, finding in music a form of resilience.

 

In 2016 he suffered a stroke that deeply frightened him, especially due to the fear of losing his ability to perceive pitch accurately — a crucial aspect for a musician of his sensitivity. Despite the difficulties, he returned to performing, but in 2017 he collapsed on stage during a concert in Oxford, an episode that further highlighted the fragility of his condition.

 

In recent years, while continuing to compose and record, Rea had reduced his public activity, focusing on his family and the more intimate dimension of his creativity. His death, following a short illness, closes an intense and deeply influential artistic story that spanned decades of musical evolution without ever losing authenticity.

 

The family recalled how his music accompanied the lives of millions of people, emphasising that his legacy will continue to live on through the songs he wrote, performed and brought to stages around the world. An artist who managed to build a direct and sincere relationship with his audience, transforming personal experiences, inner landscapes and sonic impressions into a body of work that will remain an integral part of contemporary music history.

                                                                                                                              By  DREW  And ELLA WILD

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